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L’itinerario si dispiega lungo il lato occidentale della Valle dell’Ausente.
In questa parte del percorso si possono incontrare casali e terrazzamenti costruiti con l’uso della pietra e le pratiche costruttive in uso fra la popolazione rurale. Raggiunta la frazione di Correano, si trova la chiesa romanica, Santa Maria di Correano. Sul sito di un antico insediamento romano, nei pressi, sono visibili un sarcofago al quale si attribuiscono poteri curativi e un tratto di un antico muro poligonale.
Il percorso scende a valle portando al santuario di Santa Maria del Piano, per tornare all’abitato di Ausonia attraversando la zona dei vecchi mulini.
Percorrendo l’itinerario si possono trovare alcuni inghiottitoi sull’altipiano del Monte Fàmmera (a 800 metri di quota circa). Più in basso si trovano una serie di fontane che convogliano l’acqua proveniente dal percorso sotterraneo di 500 metri all’interno della montagna. I rilievi degli Aurunci, di roccia calcarea, sono, infatti, attraversati da fratture in cui si infiltra l’acqua piovana.
Nei millenni l’acidità dell’acqua ha sciolto i calcari dando vita a forme di dissoluzione carsica: doline, hum, docce scavate nei massi sono spesso visibili. Lungo il cammino, sono visibili le numerose testimonianze della frugale e povera vita stagionale al monte, scandita dai lavori dell’allevamento e dell’agricoltura.
L’itinerario è stato pensato per dar modo di visitare la località Rotondoli, in cui si possono osservare alcune costruzioni rurali “tradizionali”, tra quelle abbandonate e quelle ancora in uso, nonostante un continuo ammodernamento delle tecniche e dei materiali costruttivi. Sul territorio si incontrano pozzi, abbeveratoi, cumuli di sassi di spietramento, i termini, ovvero le pietre di confine. Il cammino ad anello, il più corto tra i proposti, incontrando l’antica chiesa rurale di S. Maria di Costantinopoli, la chiesa dell’Annunziata, la località Cerasòle, riporta al ad Ausonia, passando per il centro storico di Castelnuovo Parano.
A Coreno, come in altri centri della zona, esiste un percorso che portava i contadini ai terreni di pianura. Oggi, lungo lo stesso pendio attraversato dalla via Serra, si possono osservare le cave di pietra. Le cave, certamente praticate in età romana, sono state riscoperte nel Novecento con conseguenze per l’occupazione e per la trasformazione del paesaggio.
La storia di questi territori, condizionata dalle incursioni saracene prima e dalle scorribande dei briganti poi, ha certamente spinto la popolazione ad abitare, in prevalenza, il centro storico cinto da mura per scopi protettivi. Il paesaggio che ne risulta è quello tipico di economia rurale di sussistenza.
Gli appezzamenti più grandi che richiedevano coloni e braccianti non necessitavano della presenza di un abitato stabile di tipo diffuso. La prevalenza delle colture pedemontane, inoltre, tra cui l’olivo in massima parte, e dell’attività pastorale integrata a lavori della montagna, hanno definito, in tal modo, una forma insediativa temporanea di tipo stagionale.
L’itinerario più lungo, 26 chilometri (tra percorso in auto e gli 8 chilometri a piedi), è quello più distante da Ausonia e che, superato Coreno Ausonio, si svolge tra il Monte Rinchiuso, il Monte Maio e il Monte Fauci. Proprio tra i primi due monti, lungo questo cammino, è possibile visitare, conservato in buone condizioni, un insediamento di pastori e agricoltori formato da caselle in pietra.
Un altro motivo di interesse naturalistico è la lecceta che si estende nella valle tra i versanti brulli dei due monti. Lasciandosi alle spalle la zona, dove le caselle sono più numerose e ben visibili, a poche centinaia di metri in direzione nord-ovest da manufatti, si incrociano i sentieri del CAI (74, 75, 76) che conducono ad un geosito intercettato dall’itinerario: la profonda dolina sotto la vetta del Monte Maio.
Lun-Gio
10 / 17
Domenica
10 / 17
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